Vi ricordate di Ambra uccisa con 40 martellate? O di Francesca, violentata, picchiata, strangolata e abbandonata in un campo? Forse no. Ma era il 2020 ed è passato un po’ di tempo.
Invece di Carol vi ricordate? È stata presa a martellate, sgozzata, fatta a pezzi, messa in freezer e poi abbandonata in un fosso.
Forse neanche di lei ci si ricorda. Anno 2021.
Cinzia uccisa a bottigliate? Maria uccisa a forbiciate e schiacciata?
Ancora no? È il 2022. L’anno scorso. Non è passato tanto.
Pierpaola uccisa con un’arma d’ordinanza? Yerelis uccisa con percosse, coltellate e soffocata?
No? Eppure loro sono state uccise quest’anno, una nello stesso giorno di Giulia.
E di Giulia per quanto tempo vi ricorderete?
Dal 2020 la mano patriarcale di compagni, mariti, ex ha spazzato via 431 vite di donne, persone trans, figlə e persone coinvolte.
431
La violenza non si arresta.
Anche se in alcuni casi i media si soffermano di più su una storia piuttosto che su un’altra, quasi ci fosse una classifica, niente cambia.
Ci soffocano, ci accoltellano, ci sparano, ci stuprato, fanno ciò che vogliono dei nostri corpi e delle nostre vite e di quelle di chi resta.
Siamo carne da macello per la mano patriarcale che impone il suo potere violento non sapendo affrontare un rifiuto, un no, un incarico di cura, non sapendo affrontare l’autodeterminazione di donne e libere soggettività.
Siamo carne per i media che scandagliano le nostre vite in cerca di un perché.
Siamo numeri alla fine dell’anno per uno Stato che non muove un dito per modificare la cultura dominante, che non ha mai abbastanza soldi per i centri antiviolenza e per il sociale.
Qua nell’Osservatorio contiamo, ascoltiamo, leggiamo, discutiamo con rabbia, tanta rabbia e con l’amore che contraddistingue ogni sorellanza.
Vogliamo ribaltare un sistema che conta le morti e le violenze, ma non vuole riconoscere la radice da cui provengono.
La stessa radice che vogliamo estirpare per contarci vivə, per fare delle nostre vite ciò che desideriamo.
I desideri fanno paura perché muovono corpi e menti.
Ci volete in silenzio, ci volete compostə.
Noi invece urliamo con voci e corpi e il nostro grido è universale.
Venite a guardaci bene negli occhi, non faremo un passo indietro.
NUDM Cagliari
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