Ancora una volta succede.
Un altro femminicidio a Livorno, nel quartiere Scopaia, perchè proprio di questo si tratta.
Il marito di 80 anni uccide con tre coltellate al petto la moglie di 76 anni affetta da problemi di salute. I giornali compiangono la sua (di lui, ovviamente!) tragedia, la sua dedizione alla moglie, sottolineata da tutti i
vicini, raccontano che l’ha ammazzata perchè non poteva più vederla soffrire.
Ancora una volta un femminicidio narrato come frutto di un eccesso di amore, come atto dettato dall’esasperazione di un uomo. L’ennesima narrazione romantica che intossica la realtà senza però riuscire ad oscurare l’evidenza.
E la realtà mostra, una volta di più, la famiglia come luogo di rapporti devastati e devastanti, dove la difficoltà, non sostenuta da misure di sostegno adeguate, sembra quasi in qualche modo giustificare la soppressione violenta di una donna da parte di un
uomo.
Tre coltellate sferrate al petto non sono un gesto d’amore.
Il problema della cura è un problema reale, certamente non supportato in modo adeguato a livello sociale e, in una società patriarcale come la nostra, interamente scaricato all’interno della famiglia. Certo, l’accudimento può
essere insopportabile, soprattutto quando a farsene carico è l’uomo, compatito e compreso nel suo risentimento in quanto svolge un ruolo che non è appropriato alla sua identità sessuale maschile. Ma se una donna, l’angelo della casa, colei che per tutta la
vita accudisce per amore, per ruolo “naturale”, che sopporta fatica e rinunce; se una donna per esasperazione uccide il marito ammalato e in difficoltà non trova certamente intorno a sé tanta comprensione e tanta pietà. Il sessismo che pervade la nostra cultura
attribuisce i compiti di cura alle donne, chiamando in causa una presunta “naturalità” che in realtà non esiste, che serve solo per inchiodare ad un ruolo.
Il sessismo non conosce età, la cultura che considera normale che un uomo possa disporre del corpo di una donna attraversa trasversalmente le generazioni. Gli episodi di violenza e le aggressioni realizzate da uomini anziani
nei confronti di donne ce lo stanno a dimostrare, stando alle cronache recentissime. E la famiglia continua ad essere il luogo dove avviene oltre l’80% delle violenze.
E’ necessario porre fine a questa situazione e per farlo occorre innanzitutto riconoscere la violenza per quello che è, in tutte le forme in cui si manifesta, senza romanticizzarla.
E senza continuare a confondere una coltellata con un gesto d’amore.
Non Una Di Meno Livorno
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