Giustizia per Pamela, Roxana e Andrea, assassinate crudelmente per essere lesbiche

8 Giugno 2024

Ni Una Menos - manifestazione 3 giugno a Buenos Aires, Argentina (fonte IG Niunamenos)

Il movimento Ni una menos in Argentina si è ritrovato in piazza per la manifestazione del 3 giugno, una manifestazione che dal 2015 porta in piazza il movimento per ricordare femminicidi e transcidi.
Quest’anno la chiamata era rafforzata dalla lotta contro il governo fascista, omolesbotransodiante e razzista che promuove politiche di fame e di povertà. Un governo che ha attaccato in forma esplicita il movimento transfemminista eliminando il ministero delle politiche di genere e  accentuando i discorsi di odio verso le diversità e la dissidenza di genere.
I femminicidi, i transcidi, i lesbicidi e i travesticidi sono la punta dell’iceberg di multiple forme di violenza che sono radicate in una società con grandi disparità di genere. I diritti conquistati con le leggi approvate e le scelte istituzionali degli anni e governi precedenti sono ora minacciati e sono stati sicuramente più avanzati rispetto a quello che succede nelle case dove le persone socializzate come donne lavorano ancora il doppio degli uomini nel lavoro di cura. L’Argentina è l’ultimo paese in america per numero di permessi di paternità: solo due giorni a fligliu. Ma quello che grave è che il governo di Milei continui a negare l’esistenza di un problema e metta in discussione tutto il cammino fatto fino ad ora in questo paese che ha le leggi più avanzate a livello mondiale rispetto a percorsi di affermazione di genere, aborto, cambi di nome anagrafici, diritto di famiglia, etc.
Milei era fra gli ospiti del megaincontro organizzato da Vox il 18 maggio scorso in Spagna insieme ai peggiori rappresentanti della destra europea. Non mancava infatti Giorgia Meloni, che è intervenuta in videoconferenza, la leader del partito francese Rassemblement National, Marine Le Pen, André Ventura presidente del partito portoghese Chega che significa “Basta”, l’ex primo ministro polacco di Diritto e Giustizia Mateusz Morawiecki, il primo ministro ungherese Viktor Orbán.

I discorsi di odio legittimati dai governi e amplificati dai media ci uccidono in ogni parte del mondo! E le violenze continuano a crescere in un contesto di crescente precarietà.

I femminicidi non sono diminuiti in Argentina. Se ne registra 1 ogni 35 ore. 2500 negli ultimi 10 anni e tutti per mano di ex, o di mariti, amanti, conviventi. “Ammazzano uomini come ammazzano donne”, ha detto la deputata Lilia Lemoine in una intervista per sminuire la forza delle affermazioni del movimento femminista.

La prima manifestazione di Ni una menos fu per l’assassinio di Chiara Páez uccisa dal fidanzato a soli 14 anni. Quest’anno il caso che più ha risuonato nella marcia è stato il triplice femminicidio di Pamela Cobbas, Roxana Figueroa e Andrea Amarante. 

La mattina di lunedì 6 maggio nel quartiere Barracas di Buenos Aires un “conventillo” è stato lo scenario di un episodio di LESBodio per mano di un uomo che abitava nello stesso edificio: ha lanciato due bombe  molotov contro la stanza delle sue vicine lesbiche, che aveva già precedentemente molestato. Nell’abitazione c’erano quattro donne, una di queste incinta, che sono state ricoverate con ustioni gravissime. Pamela Cobos ha perso la vita nello stesso giorno mentre Roxana e Andrea Amarante sono morte nei giorni successivi.

Vogliamo giustizia per Pamela, Roxana y Andrea, assassinate crudelmente per essere lesbiche” hanno scritto le associazioni che hanno convocato la marcia del 3 giugno in un comunicato che è stato letto davanti alla sede del governo a Buenos Aires. “Affermiamo che i discorsi di odio promossi dal massimo rappresentante del governo – continua il comunicato – portano a una società che attua di conseguenza. Indichiamo quindi il presidente come responsabile del fatto che gli attacchi alla comunità LGBTIQ+ sono aumentati fino a raggiungere la loro massima espressione”.

Le persone hanno chiesto un intervento urgente di riparazione per Sofía Castro Riglos, l’unica sopravvissuta a quello che è conosciuto come il massacro di Barracas. Prima aveva poco, ma ora ha solo la solidarietà e il sostegno collettivo. Ha perso le sue amiche Pamela, Roxana e Andrea e tutte le sue cose nello stesso momento, nello stesso attacco assassino. Il percorso sarà lungo e per questo è stata aperta una raccolta fondi per accompagnare Sofia. Non possiamo che aiutarla a ricostruire un luogo dove vivere e ricostruire relazioni.


Per trasparenza la comunità di “lesbiche autoconvocate” ha deciso di utilizzare il conto corrente di Ni UNA MENOS CBU 1910027855002701341732 numero di conto 191027013417/3  intestato a ACIVIL.NIUNA.MENOS CAUSALE “lesbianas”

¡BASTA DE LGBTIQODIO!
#EstoNoEsLibertad #JusticiaporRoxana

#JusticiaporPamela #JusticiaporAndrea 

#EstadoesResponsable

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