Tutti i dati del 2023
Di seguito riportiamo tutti i dati del 2023. È possibile scorrere in orizzontale per vedere tutte le colonne con le informazioni raccolte, e scorrere le pagine per navigare in tutte le righe della tabella. Di seguito, riportiamo alcuni testi e grafici riassuntivi.
Numero totale dei femminicidi lesbicidi trans*cidi nel 2023: 120
dati in continuo aggiornamentoLa nostra analisi dei dati
Casi nel 2023 in Italia: 120
Ad oggi, l’Osservatorio ha registrato 104 femminicidi, 1 transcidio, 10 suicidi (8 donne, 1 uomo, 1 persona trans) e 5 morti (1 donna, 1 persona trans) in fase di accertamento indotti o sospetti indotti da violenza e odio eterocispatriarcale.
Sono almeno altri 22 i tentati femminicidi e almeno altre 7 le persone coinvolte e uccise perché presenti al momento del femminicidio.
Città e regioni
Sono 17 le Regioni italiane in cui si registra almeno un caso, 63 le Province: 8 casi nella provincia di Roma, 6 casi nella provincia di Torino, 5 casi nella provincia di Napoli, 4 casi nelle provincia di Catania, Milano, Rimini e Treviso, 3 nelle province di Brindisi, Chieti e Genova, 2 nelle province di Alessandria, Ancona, Arezzo, Bari, Barletta-Andria-Trani, Bolzano, Caltanissetta, Enna, Fermo, Foggia, Palermo, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro e Urbino, Piacenza, Pordenone, Salerno, Savona, Teramo, Trapani, Varese. 1 caso nelle altre province evidenziate nella mappa.
In totale, si contano casi in 98 città diverse.
La persona uccisa
Tra le persone uccise, la vittima più giovane aveva 13 anni, la più anziana 95. La vittima aveva un’età media di 55 anni.
Inoltre, si contano almeno
- 14 casi con denunce o segnalazioni per violenza o persecuzione nei mesi precedenti
- 3 persone uccise erano sex worker
- almeno 10 persone uccise avevano una disabilità o una malattia che le rendeva non autosufficienti
- 12 figl* minori che hanno assistito al femminicidio
- 54 figl* minori che sono rimast* orfan* in seguito al femminicidio della madre
Alla violenza patriarcale e di genere si somma a volte anche la razzializzazione delle persone uccise: Albania, Bangladesh, Francia, India, Moldavia, Brasile, Pakistan, Repubblica Dominicana, Regno Unito, Romania, Ucraina, oltre all’Italia, sono i paesi di origine delle persone uccise.
Albania, Guinea, Kosovo, Marocco, Pakistan, Romania, Moldavia, Nigeria, Regno Unito, Turchia, Ucraina, oltre all’Italia, sono invece i paesi di origine dei colpevoli o presunte tali.
Colpevole o presunto colpevole
Nei 105 casi accertati di omicidio, il colpevole o presunto tale per le informazioni al momento disponibili ha un’età media di 54 anni. Il più giovane aveva 17 anni al momento del delitto, il più anziano 88.
34 uomini colpevoli si sono suicidati subito dopo aver compiuto l’omicidio. Ciò significa che non sarà possibile procedere per via giudiziaria e dunque attestare la gravità del gesto e le motivazioni di genere e patriarcali della violenza espressa. Altri 6 hanno tentato il suicidio.
Nella quasi totalità dei casi, l’assassino era conosciuto dalla persona uccisa. In quattro casi l’identità dell’assassino rimane ancora sconosciuta.
In 47 casi l’assassino era il marito, il partner, il convivente. In 16 casi, a compiere il gesto è stato l’ex partner da cui la persona uccisa si era separata o aveva espresso l’intenzione di separarsi. Negli altri casi la relazione con la vittima era: figlio, padre, cognato, genero, suocero, collega, conoscente, cliente, amico e in un caso la madre.
Causa del decesso
In 35 casi, le vittime sono morte per accoltellamento, in 27 casi per i colpi di arma da fuoco. Altre cause del decesso sono percosse (7), soffocamento o strangolamento (16), investimento con l’auto (3), martellate (3), ed altre.
In almeno 12 casi su 27 l’arma da fuoco che ha sparato era legalmente detenuta. In almeno 4 casi, si è trattato di armi in possesso di guardie giurate, forze dell’ordine, militari in funzione o in pensione.